Psychologies Magazine, Novembre 2009 – Servizio di Michele Maino
Un interrogativo che si pone chi inizia una nuova storia d’amore e che, a volte, non risparmia nemmeno chi è già in coppia. Inseguire la “persona giusta” può aiutarci a realizzare i nostri sogni, o è solo un’inutile fissazione? Abbiamo indagato…
“Da un paio di mesi esco con un ragazzo”, racconta un po’ imbarazzata una studentessa di 23 anni, Luisa, che abbiamo intervistato di fronte all’Università Statale di Milano, “ma non sono per niente sicura che sia la persona giusta”. “Finora neanch’io ho trovato la mia anima gemella”, le fa eco Roberta, una sua compagna di corso di 22 anni: “E, francamente, comincio a chiedermi se mai la troverò”. Sarà la persona “giusta”? E’ questa la domanda che assilla chi si cimenta in una nuova relazione d’amore e che, molto spesso, non risparmia nemmeno chi è già in coppia. Alcuni possono sperimentare un’impressione, molto spesso transitoria, di aver trovato, finalmente la persona giusta, salvo poi ricredersi alla prima avvisaglia di dissapori nella coppia. Altri rischiano di passare l’intera vita in un’affannosa ricerca senza mai riuscire a coronarla con il successo. Altri ancora, invece, sperimentano il piacere di stare in coppia solo dopo l’ennesima delusione da parte del principe azzurro di turno. Ma il principe azzurro esiste davvero? E, soprattutto, cosa nasconde questa ossessione per “la persona giusta”, colui o colei che, una volta per tutte, avrà il potere di completarci, di farci camminare, finalmente mano nella mano, “tre metri sopra il cielo”?
ACCETTARE IL PESO DELLA LIBERTA’
La vita di coppia e il matrimonio sono profondamente cambiati negli ultimi tempi: oggi la sfera affettiva è un affare di cuore, una faccenda provata e non più un contratto sociale tra le famiglie. Finalmente abbiamo la possibilità di scegliere potenzialmente all’infinito i nostri partner, come testimonia anche il moltiplicarsi di siti di incontri per cuori solitari online. Questa libertà di scelta senza precedenti è indubbiamente un grande passo avanti, ma il prezzo da pagare è un’angoscia crescente. Molti, infatti, si dedicano a una ricerca compulsiva che raramente porta i suoi frutti e si sentono colpevoli se non hanno successo. Il mito dell’anima gemella, però, non è una novità perché affonda le sue radici nell’antichità classica. Nel Simposio di Platone si parla di essere originari provvisti di quattro braccia e quattro gambe che vivevano in armonia e gioia. Erano dotati di enorme forza ma anche di altrettanta arroganza. Che Zeus, re degli dei, volle punire tagliandoli in due e condannandoli all’eterna ricerca delle rispettive metà. Ecco come il filosofo spiega quel senso di mancanza che l’uomo da sempre avverte. Incoraggiata dalla letteratura di ogni tempo, la necessità di trovare assolutamente “l’altra metà della mela” per poter essere felici è oggi uno degli ingredienti fondamentali di molti film, sitcom e feuilleton. Ecco perché, soprattutto per chi, come i più giovani, ha meno esperienza della vita, questo modello di amore penetra in profondità facendo credere che, da qualche parte, esiste davvero quella persona eccezionale, e solo quella, capace finalmente di colmare un profondo vuoto esistenziale.
VIVERE NELLA REALTA’
Ma l’anima gemella, quel partner perfetto che “da qualche parte deve pur esistere”, che possiede tutte le virtù e che non delude mai, nella realtà non esiste.
“Sarebbe impossibile per un essere umano sopportare il peso delle enormi aspettative di cui è investito dal cercatore di anime gemelle”, spiega Anna Fata, psicologa a Senigallia (An). “E poi la perfezione non è un attributo umano: è un’idea statica che non ha niente a che spartire con la vita vera, che è invece, per sua essenza, movimento continuo”. “Molti fanno fallire storie d’amore appena nate perché inseguono una fata morgana”, spiega Annalisa De Filippo, psicologa a Milano. “Attendono che si realizzi una condizione immaginaria, che i sogni diventino carne, che l’amore sia per sempre e cosi non si mettono mai in gioco…” Per funzionare, ogni relazione ha viceversa bisogno di impegno, di volontà, di desiderio di confronto e di conoscenza e, soprattutto, della capacità di sapersi trasformare. Il mito dell’anima gemella può essere comodo perché mette molti al riparo da questo sforzo: pensano di conoscersi, di mettersi d’accordo e di vivere per sempre felici e contenti. Insomma, come vivere in una fiaba: “Con il rischio”, sottolinea Annalisa De Filippo, “che mentre la vita vera scorre loro accanto, si perdono uno dopo l’altro i partner possibili che ogni giorno passano loro accanto. Anzi, per Anna Fata la realtà è ancora più ricca di opportunità: “L’altro è uno specchio, qualcuno che, per le sue caratteristiche, ci aiuta a mettere in luce e valorizzare ciò che è dentro di noi. E dato che il nostro inconscio straripa di cose che desiderano emergere, chiunque può essere un potenziale partner in grado, per di più, di darci l’affetto, l’amore e l’appagamento sessuale di cui abbiamo bisogno”. Chi insegue quella gemella, insomma, deve innanzi tutto mettersi in pace la propria, di anima. E smettere di rimandare l’urgenza di guardarsi dentro, di conoscersi, di aprirsi all’altro.
LASCIARE ESPRIMERE L’INCONSCIO
“Dopo il fallimento di quella che credevo ingenuamente essere la storia della mia vita”, scrive in una mail alla redazione Romano, un giovane architetto di Venezia, “ho sofferto molto. Ma sono grato a quel dolore che mi ha permesso di non cadere nell’errore di seguire un ideale astratto di bellezza e perfezione e di avere, oggi, al mio fianco, una persona reale alla quale perdono i limiti proprio come lei li perdona a me”. E, per la prima volta nella mia vita, mi sento davvero felice”. “Spesso è proprio grazie a una grande delusione che si impara ad amare davvero: le aspettative che i nostri genitori nutrono nei nostri confronti cadono e, trovandoci da soli al affrontare la sofferenza, impariamo a vedere più chiaramente dentro di noi ciò che davvero è essenziale”, dice ancora Anna Fata. Molto spesso, infatti, impariamo a essere felici proprio accanto a qualcuno “che non avremmo mai pensato…”. Se si smette di cercare la combinazione biondo, bello, alto, ricco… magari si apre un piccolo spazio perché un moro squattrinato, ma insospettabilmente pieno di amore e di attenzioni per noi, faccia capolino nella nostra vita.